Grandi Cammini

Perchè Cammini e non Trekking?

Perchè chi cammina, chi vive un territorio e vuole conoscerlo è giusto che lo faccia nel modo corretto e soprattutto consapevole. Da sempre l’uomo cammina, e continuerà a farlo, in modo più o meno libero; ma purtroppo ci sono stati periodi storici, e ce ne sono ancora, in cui l’uomo è costretto a camminare, in modo forzato e spesso contro la propria volontà.
Questo è alla base dell’origine del termine “trekking”.
Facciamo un po’ di spazio alla storia e quindi immergiamoci nel lontano ‘800, pieno colonialismo, i grandi imperi spostavano genti da uno stato ad un altro, da un continente ad un altro in nome delle conquiste. Questo è accaduto al grande impero coloniale olandese. La colonia del Capo era costituita da popolazione di origine europea che, spostata a forza in quei luoghi per coltivare e colonizzare quelle terre si era stabilità nell’attuale Sudafrica dando origine a nuova gente di origine mista fra sudafricani e coloni. Successivamente allo scioglimento della Compagnia delle Indie Orientali i Boeri fuggirono da quelle terre per fuggire dai nuovi arrivati: gli Inglesi. I nuovi arrivati colonizzarono a loro volta il Sudafrica, dando inizio al cosiddetto “The Great Trek“. Questo termine “trekking” è stato reso più dolce dall’idea di libertà e di indipendenza negli anni del movimento hippy, definendolo come un “percorso per ritrovare se stessi verso nuove mete, lungo sentieri e mulattiere”. Certo, dipinto così sembra anche figo ma in realtà è nato per lo stesso motivo per cui oggi centinaia di persone intraprendono un percorso a piedi attraverso montagne e centinaia di migliaia di chilometri per sfuggire alla guerra, non per divertimento e svago personale.
Un profugo dall’Afghanistan fa “trekking”, un profugo che attraversa le Alpi al Monginevro fa un “trekking”; chi cammina per cercare se stesso, per appagamento personale o semplicemente per stare in natura fa un cammino.

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